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Amministratore Truelite, 24-08-2009 16:57


TracNav(TOC) = Installazione e gestione di Xen su Lenny =

[http://www.xensource.com Xen] è un sistema di virtualizzazione basato sul
concetto di hypervisor, che consente sia di eseguire un sistema operativo
modificato per essere eseguito dall'hypervisor con perdite di prestazioni
minimali anche su processori che non supportano la virtualizzazione, che di
appoggiarsi alle estensioni presenti nei processori moderni per eseguire
sistemi non modificati.

Nel primo caso occorre che il sistema ospite supporti le modifiche per essere
usato da Xen (nel caso di Linux occorre un kernel opportunamente modificato,
che su Debian è disponibile nei pacchetti {{{linux-image-2.6.26-2-xen-*}}}),
nel secondo appoggiandosi alle estensioni del processore e ad una apposita
versione di {{{qemu}}} si può installare un sistema non modificato, quindi una
qualunque versione di Linux ed anche Windows.

Il meccanismo di funzionamento di Xen prevede che l'hypervisor lanci una
istanza privilegiata del sistema operativo ospite (una versione di Linux
modificata per essere eseguita dall'hypervisor) che viene chiamata '''Dom0''',
da questa sarà poi possibile creare ed eseguire le varie macchine virtuali,
chiamate '''DomU'''.

Installazione di base

Con Lenny il supporto per Xen è presente direttamente nella distribuzione che
fornisce i pacchetti necessari, pertanto una volta installato il sistema, si
potrà installare Xen ed i kernel con esso compatibili direttamente con il
comando: {{{
aptitude install xen-linux-system-2.6.26-2-xen-686
}}}
utilizzando il metapacchetto che installa tutte le parti necessarie,
dall'hypervisor ai kernel modificati ai vari programmi di ausilio. Si possono
poi installare anche i programmi ausiliari per Debian che consentono una
creazione rapida delle macchina virtuali con: {{{
aptitude install xen-tools
}}}

Una volta installato il nuovo kernel e l'hypervisor si riavvii la macchina,
controllando che la prima voce del {{{menu.lst}}} di Grub avvii
l'hypervisor. Una volta installato il tutto si potrà controllare che Xen è
attivo con il comando: {{{
xenhost:~# xm dmesg
...
(XEN) System RAM: 1982MB (2030012kB)
(XEN) Xen heap: 9MB (10084kB)
(XEN) Domain heap initialised: DMA width 32 bits
(XEN) PAE enabled, limit: 16 GB
(XEN) Processor #0 15:11 APIC version 16
(XEN) Processor #1 15:11 APIC version 16
(XEN) IOAPIC0: apic_id 4, version 17, address 0xfec00000, GSI 0-23
(XEN) Enabling APIC mode: Flat. Using 1 I/O APICs
(XEN) Using scheduler: SMP Credit Scheduler (credit)
(XEN) Detected 2304.832 MHz processor.
(XEN) AMD SVM: ASIDs enabled.
(XEN) HVM: SVM enabled
...
}}}
che mostra come sia stata riconosciuta la RAM totale, i processori e,
nell'ultima riga, come sia disponibile il supporto per HVM (''Hardware Virtual
Machine'') cioè la virtualizzazione hardware con il supporto del processore.

Il passo successivo è configurare Xen per la gestione delle macchine virtuali,
questo viene fatto con il file di configurazione principale che è {{{/etc/xen/xend-config.sxp}}}; il primo passo è garantire un accesso diretto
alla rete alle macchine virtuali, per questo occorre, rispetto alla
configurazione di default, attivare la gestione in modalità ''bridge'', in cui
l'interfaccia fisica viene messa in bridge con le interfacce virtuali delle
varie macchine '''DomU''', questo deve essere fatto modificando il file in
modo che le direttive di gestione della rete siano le seguenti: {{{
...
(network-script network-bridge)
...
#(network-script network-dummy)
}}}
(nel default la prima è commentata e la seconda no), se l'interfaccia che si
vuole utilizzare non è {{{eth0}}} occorrerà specificarla esplicitamente con: {{{
(network-script 'network-bridge netdev=ethX')
}}}

Nelle precedenti versioni di Xen era necessario limitare la quantità di
memoria messa a disposizione del '''Dom0''' con la opzione {{{mem=XXX}}}
passata al bootloader, le versioni recenti liberano automaticamente la
memoria, ma si può impostare un limite minimo con la direttiva: {{{
(dom0-min-mem 128)
}}}
(il valore è in Mb, ed il default è 196, eccessivo nella gran parte dei casi).

La gestione delle macchine virtuali con gli xen-tools

Il pacchetto {{{xen-tools}}} installa una serie di programmi applicativi che
consentono di creare in maniera veloce nuove macchine virtuali. Per farlo sono
disponibili due approcci, quello basato su immagini poste su file, e quello
basato su volumi logici di LVM; noi ci baseremo su questo. Si darà pertanto
per scontato che si sia installato LVM ed i relativi programmi ausiliari,
qualora questo non sia il caso sarà sufficiente farlo con: {{{
aptitude install lvm2
}}}

Sarà poi necessario disporre di adeguato spazio disco da dedicare a LVM; a
questo scopo si ricordi che una partizione usata come ''volume fisico'' di LVM
deve essere marcata come tale come di tipo {{{8E}}}. Se allora {{{/dev/sda3}}}
è una partizione libera si potrà creare il gruppo di volumi (che chiameremo {{{xenvg}}} da cui estrarre lo
spazio disco per le macchine virtuali con i comandi: {{{
pvcreate /dev/sda3
vgcreate xenvg /dev/sda3
}}}
ed in seguito aggiungere eventuali altri dischi con: {{{
pvcreate /dev/sdb1
vgextend xenvg /dev/sdb1
}}}
(si consulti la documentazione di LVM o il relativo capitolo su
[http://labs.truelite.it/http://svn.truelite.it/documenti/corso.pdf Amministrare GNU/Linux] per i dettagli di gestione di LVM).

La configurazione degli {{{xen-tools}}} viene eseguita con il file {{{/etc/xen-tools/xen-tools.conf}}}, dato che il default è usare dei file
occorre anzitutto scommentare e impostare la seguente chiave: {{{
lvm = xenvg
}}}
che indica di usare LVM attingendo lo spazio al volume fisico appena creato;
occorrerà poi impostare le dimensioni di default per il disco, la RAM e la
swap assegnate a ciascuna macchina virtuale creata; questo si fà con le
direttive {{{size}}}, {{{memory}}} e {{{swap}}} presenti e ben commentate
nello scheletro di configurazione installato da Debian.

Si devono poi impostare gli indirizzi; in questo caso si hanno due scelte,
usare la direttiva {{{dhcp = 1}}} che configura la macchina virtuale per l'uso
del DHCP, o fornire un IP statico a riga di comando, in tal caso si dovranno
comunque impostare le altre proprietà della rete, ed in particolare le
direttive: {{{
gateway = 172.16.0.1
netmask = 255.255.0.0
broadcast = 172.16.255.255
}}}

Per la creazione delle macchine virtuali esistono diversi metodi, ma fintanto
che ci si limita a Debian e Ubuntu è sufficiente usare ''deboostrap'', e
questo lo si fa con la direttiva: {{{
install-method = debootstrap
}}}
in questo caso è poi possibile anche indicare la distribuzione di default da
usare con: {{{
dist = lenny
}}}

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