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XenOnLennyHowto » Cronologia » Versione 11

Versione 10 (Amministratore Truelite, 24-08-2009 16:31) → Versione 11/16 (Amministratore Truelite, 24-08-2009 16:57)

[[TracNav(TOC)]] 
 = Installazione e gestione di Xen su Lenny = 

 [http://www.xensource.com Xen] è un sistema di virtualizzazione basato sul 
 concetto di hypervisor, che consente sia di eseguire un sistema operativo 
 modificato per essere eseguito dall'hypervisor con perdite di prestazioni 
 minimali anche su processori che non supportano la virtualizzazione, che di 
 appoggiarsi alle estensioni presenti nei processori moderni per eseguire 
 sistemi non modificati.  

 Nel primo caso occorre che il sistema ospite supporti le modifiche per essere 
 usato da Xen (nel caso di Linux occorre un kernel opportunamente modificato, 
 che su Debian è disponibile nei pacchetti {{{linux-image-2.6.26-2-xen-*}}}), 
 nel secondo appoggiandosi alle estensioni del processore e ad una apposita 
 versione di {{{qemu}}} si può installare un sistema non modificato, quindi una 
 qualunque versione di Linux ed anche Windows. 

 Il meccanismo di funzionamento di Xen prevede che l'hypervisor lanci una 
 istanza privilegiata del sistema operativo ospite (una versione di Linux 
 modificata per essere eseguita dall'hypervisor) che viene chiamata '''Dom0''', 
 da questa sarà poi possibile creare ed eseguire le varie macchine virtuali, 
 chiamate '''DomU'''. 

 == Installazione di base == 

 Con Lenny il supporto per Xen è presente direttamente nella distribuzione che 
 fornisce i pacchetti necessari, pertanto una volta installato il sistema, si 
 potrà installare Xen ed i kernel con esso compatibili direttamente con il 
 comando: 
 {{{ 
 aptitude install xen-linux-system-2.6.26-2-xen-686 
 }}} 
 utilizzando il metapacchetto che installa tutte le parti necessarie, 
 dall'hypervisor ai kernel modificati ai vari programmi di ausilio. Si possono 
 poi installare anche i programmi ausiliari per Debian che consentono una 
 creazione rapida delle macchina virtuali con: 
 {{{ 
 aptitude install xen-tools 
 }}} 

 Una volta installato il nuovo kernel e l'hypervisor si riavvii la macchina, 
 controllando che la prima voce del {{{menu.lst}}} di Grub avvii 
 l'hypervisor. Una volta installato il tutto si potrà controllare che Xen è 
 attivo con il comando: 
 {{{ 
 xenhost:~# xm dmesg 
 ... 
 (XEN) System RAM: 1982MB (2030012kB) 
 (XEN) Xen heap: 9MB (10084kB) 
 (XEN) Domain heap initialised: DMA width 32 bits 
 (XEN) PAE enabled, limit: 16 GB 
 (XEN) Processor #0 15:11 APIC version 16 
 (XEN) Processor #1 15:11 APIC version 16 
 (XEN) IOAPIC[0]: apic_id 4, version 17, address 0xfec00000, GSI 0-23 
 (XEN) Enabling APIC mode:    Flat.    Using 1 I/O APICs 
 (XEN) Using scheduler: SMP Credit Scheduler (credit) 
 (XEN) Detected 2304.832 MHz processor. 
 (XEN) AMD SVM: ASIDs enabled.  
 (XEN) HVM: SVM enabled 
 ... 
 }}} 
 che mostra come sia stata riconosciuta la RAM totale, i processori e, 
 nell'ultima riga, come sia disponibile il supporto per HVM (''Hardware Virtual 
 Machine'') cioè la virtualizzazione hardware con il supporto del processore. 

 Il passo successivo è configurare Xen per la gestione delle macchine virtuali, 
 questo viene fatto con il file di configurazione principale che è 
 {{{/etc/xen/xend-config.sxp}}}; il primo passo è garantire un accesso diretto 
 alla rete alle macchine virtuali, per questo occorre, rispetto alla 
 configurazione di default, attivare la gestione in modalità ''bridge'', in cui 
 l'interfaccia fisica viene messa in bridge con le interfacce virtuali delle 
 varie macchine '''DomU''', questo deve essere fatto modificando il file in 
 modo che le direttive di gestione della rete siano le seguenti: 
 {{{ 
 ... 
 (network-script network-bridge) 
 ... 
 #(network-script network-dummy) 
 }}} 
 (nel default la prima è commentata e la seconda no), se l'interfaccia che si 
 vuole utilizzare non è {{{eth0}}} occorrerà specificarla esplicitamente con: 
 {{{ 
 (network-script 'network-bridge netdev=ethX') 
 }}} 

 Nelle precedenti versioni di Xen era necessario limitare la quantità di 
 memoria messa a disposizione del '''Dom0''' con la opzione {{{mem=XXX}}} 
 passata al bootloader, le versioni recenti liberano automaticamente la 
 memoria, ma si può impostare un limite minimo con la direttiva: 
 {{{ 
 (dom0-min-mem 128) 
 }}} 
 (il valore è in Mb, ed il default è 196, eccessivo nella gran parte dei casi). 

 == La gestione delle macchine virtuali con gli xen-tools == 

 Il pacchetto {{{xen-tools}}} installa una serie di programmi applicativi che 
 consentono di creare in maniera veloce nuove macchine virtuali. Per farlo sono 
 disponibili due approcci, quello basato su immagini poste su file, e quello 
 basato su volumi logici di LVM; noi ci baseremo su questo. Si darà pertanto 
 per scontato che si sia installato LVM ed i relativi programmi ausiliari, 
 qualora questo non sia il caso sarà sufficiente farlo con: 
 {{{ 
 aptitude install lvm2 
 }}} 

 Sarà poi necessario disporre di adeguato spazio disco da dedicare a LVM; a 
 questo scopo si ricordi che una partizione usata come ''volume fisico'' di LVM 
 deve essere marcata come tale come di tipo {{{8E}}}. Se allora {{{/dev/sda3}}} 
 è una partizione libera si potrà creare il gruppo di volumi (che chiameremo 
 {{{xenvg}}} da cui estrarre lo 
 spazio disco per le macchine virtuali con i comandi: 
 {{{ 
 pvcreate /dev/sda3 
 vgcreate xenvg /dev/sda3  
 }}} 
 ed in seguito aggiungere eventuali altri dischi con: 
 {{{ 
 pvcreate /dev/sdb1 
 vgextend xenvg /dev/sdb1 
 }}} 
 (si consulti la documentazione di LVM o il relativo capitolo su 
 [http://labs.truelite.it/http://svn.truelite.it/documenti/corso.pdf Amministrare GNU/Linux] per i dettagli di gestione di LVM). 

 La configurazione degli {{{xen-tools}}} viene eseguita con il file 
 {{{/etc/xen-tools/xen-tools.conf}}}, dato che il default è usare dei file 
 occorre anzitutto scommentare e impostare la seguente chiave: 
 {{{ 
 lvm = xenvg 
 }}} 
 che indica di usare LVM attingendo lo spazio al volume fisico appena creato; 
 occorrerà poi impostare le dimensioni di default per il disco, la RAM e la 
 swap assegnate a ciascuna macchina virtuale creata; questo si fà con le 
 direttive {{{size}}}, {{{memory}}} e {{{swap}}} presenti e ben commentate 
 nello scheletro di configurazione installato da Debian.  

 Si devono poi impostare gli indirizzi; in questo caso si hanno due scelte, 
 usare la direttiva {{{dhcp = 1}}} che configura la macchina virtuale per l'uso 
 del DHCP, o fornire un IP statico a riga di comando, in tal caso si dovranno 
 comunque impostare le altre proprietà della rete, ed in particolare le 
 direttive: 
 {{{ 
 gateway     = 172.16.0.1 
 netmask     = 255.255.0.0 
 broadcast = 172.16.255.255 
 }}} 

 Per la creazione delle macchine virtuali esistono diversi metodi, ma fintanto 
 che ci si limita a Debian e Ubuntu è sufficiente usare ''deboostrap'', e 
 questo lo si fa con la direttiva: 
 {{{ 
 install-method = debootstrap 
 }}} 
 in questo caso è poi possibile anche indicare la distribuzione di default da 
 usare con: 
 {{{ 
 dist = lenny 
 }}}