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Simone Piccardi, 18-07-2024 14:06
La gestione delle chiavi SSH¶
L'utilizzo di SSH (Secure SHell) è ormai un passo obbligato per ottenere un accesso da remoto ai server che si intendono gestire. Nel caso di Linux questo viene universalmente fornito dal progetto OpenSSH, che fornisce sia la parte server (il servizio che consente di collegarsi) che la parte client col comando ssh
. Nel mondo Windows è però comune utilizzare come client un programma grafico, Putty. Benché sia sempre possibile usare la normale autenticazione (con username e password) è fondamentale per la sicurezza utilizzare il supporto fornito dal progetto per l'autenticazione a chiavi (che su distribuzioni è anche l'unico che nell'installazione di default è utilizzabile per avere un accesso amministrativo con l'utente root). Vedremo in questo articolo come effettuare una serie di operazioni relative alla gestione ed all'uso delle chiavi con OpenSSH.
Creazione di una coppia di chiavi¶
Il primo passo per l'utilizzo di questo meccanismo di autenticazione è la creazione di una coppia di chiavi personale: una chiave privata, che è quella che ci permetterà di identificarci distribuendo a destinazione la corrispondente chiave pubblica. Questa operazione viene eseguita, come la gran parte delle operazioni relative alla gestione delle chiavi, dal comando ssh-keygen
, da invocare senza nessun argomento:
root@bookworm:~# ssh-keygen Generating public/private rsa key pair. Enter file in which to save the key (/root/.ssh/id_rsa): Enter passphrase (empty for no passphrase): Enter same passphrase again: Your identification has been saved in /root/.ssh/id_rsa Your public key has been saved in /root/.ssh/id_rsa.pub The key fingerprint is: SHA256:AlZFxA+olPPKhpz9KwdvRwIwDMpgNJFo7Im2IQCCVjI root@bookworm The key's randomart image is: +---[RSA 3072]----+ |@E+. ..*+ | |X=B +.. o | |B..+o+ o | |o= .o.. . | |o.o= o. S | | .+ * ... | | . + o | | . = . | | +.o | +----[SHA256]-----+
in questo caso anzitutto ci viene chiesto di indicare su quale file salvare la chiave privata (quella pubblica sarà sempre salvata in un secondo file con lo stesso nome ed un ulteriore suffisso .pub
). Il default è usare il file .ssh/id_rsa
nella home dell'utente che esegue il comando. Viene chiesto poi l'inserimento di una passphrase (un modo per enfatizzare la necessità di usare qualcosa di più robusto della classica password elementare), da ripetere due volte per conferma. Si può creare una chiave senza password premendo due volte invio.
Viene poi stampata una immagine in ascii-art che illustra visivamente il contenuto della chiave, indicandone anche gli algoritmi crittografici usati e le dimensioni. Il default è usare l'algoritmo RSA, ma con l'opzione -t
si può indicare di usarne uno delle altre due possibili alternative, ecdsa
e ed25519
(ma in genere non ci sono motivi specifici per cambiarlo). Come accennato si troveranno la chiave pubblica e la chiave privata rispettivamente nei file .ssh/id_rsa
e .ssh/d_rsa.pub
.
Installare una chiave pubblica per l'accesso¶
Per poter accedere ad un server remoto usando l'autenticazione a chiavi occorre che la propria chiave pubblica venga inserita sullo stesso fra quelle autorizzate. Pertanto quello che dovrà essere fatto dal lato client è solo quello di mettere a disposizione per l'installazione sul server la propria chiave pubblica, vale a dire il file .ssh/d_rsa.pub
.
Per fornire un accesso SSH con autenticazione a chiavi OpenSSH richiede che la stessa sia inserita fra quelle installate nel file .ssh/authorized_keys
nella home dell'utente su cui ci si vuole collegare. Pertanto, assumendo che si stata resa disponibile la suddetta chiave pubblica a destinazione nel file nuovachiave.pub
(assumiamo che sia stata caricata da chi ne ha la possibilità, in genere l'amministratore del server) questa potrà essere aggiunta a quelle autorizzate semplicemente eseguendo:
cat nuovachiave.pub >> ~/.ssh/authorized_keys
che la aggiunge in coda (sono sempre una per riga) a quelle eventualmente già presenti. Si tenga presente che questo comando deve essere eseguito in genere dall'utente a cui sui vuole dare accesso, che è l'unico che deve poter scrivere sul file, se lo si fa eseguire ad esempio a root per scrivere nella home di un altro utente occorrerà sincerarsi che il file sia preesistente perché altrimenti verrà creato da root, e non appartenendo più all'utente ed al suo gruppo, OpenSSH non consentirà più nessun accesso.
Una volta completata questa installazione, ci si potrà collegare alla macchina dal client invocando ssh utente@server.remoto.it
ma al posto della password dell'utente remoto a chi si collega verrà chiesta la passphrase della propria chiave privata. Si noti come in questo caso chi si collega non deve sapere la password dell'utente remoto e l'amministratore del server remoto può revocare l'accesso semplicemente rimuovendo la chiave pubblica, senza necessità di cambiare una password che non è neanche necessario sia presente.
Cambiare la passphrase di una chiave privata¶
Per cambiare la passphrase della proprio chiave privata è sufficiente usare il comando ssh-keygen -p
, questo chiederà prima di indicare in quale file questa è contenuta indicando il default, che è ~/.ssh/id_rsa
. Questo verrà accettato se si preme invio, se ne può indicare uno con ssh-keygen -p -f /path/to/file
) e poi chiederà la vecchia passphrase e la nuova due volte.
Convertire una chiave pubblica di Putty per OpenSSH¶
Le chiavi SSH generate da Putty un formato in stile PEM, e sono della forma:
---- BEGIN SSH2 PUBLIC KEY ---- Comment: "rsa-key-20240709" AAAAB3NzaC1yc2EAAAADAQABAAABAQCa8ajLS0A7xNSLCp/VuB+kXRbKomuqd2dX ... BWiQN9v1n21YSaC+NCuCXO/7POJrGhfWe/ppL/jPKXTGKl0x5aEN ---- END SSH2 PUBLIC KEY ----
queste possono essere convertite nel formato usato da OpenSSH con il comando:
ssh-keygen -i -f putty_pub.key > openssh_key.pub
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