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EncryptedFilesystemUsingLUKS » Cronologia » Versione 10

Versione 9 (Simone Piccardi, 21-12-2010 11:15) → Versione 10/27 (Simone Piccardi, 16-12-2011 14:47)

h1. Come creare un filesystem cifrato usando LUKS 

 "LUKS":http://luks.endorphin.org/ è un acronimo di "Linux Unified Key Setup" e si propone come lo standard per la crittografia dei dischi in sistemi linux (e non solo), offrendo un formato standard "on-disc", la possibilità di avere più di una coppia chiave-passphrase per l'accesso ed una gestione sicura di tutte le chiavi. 

 Un disco criptato con LUKS, nel caso lo si sia formattato con una filesystem compatibile (es. vfat) è accessibile anche dai sistemi Windows, usando "FreeOTFE":http://www.freeotfe.org/. Per utilizzarlo 

 La macchina utilizzata al momento della scrittura di questa guida è necessarua utilizza una distribuzione GNU/Linux Ubuntu 6.06, relase "Dapper Drake" con kernel 2.6.15; è necessaria una versione del programma @cryptsetup@, che si usa anche per di @cryptsetup@ compilata con il supporto LUKS, molto probabilmente la cifratura diretta con ''dm-crypt'', versione attualmente presente in Debian Sid/Unstable dovrebbe andare bene, mentre credo che lo supporti, che si trova praticamente su tutte le distribuzioni correnti, se ne può quella di Sarge non abbia il supporto necessario; è comunque possibile verificare la presenza con compatibilità lanciando il comando @cryptsetup --help@ e controllando in coda la presenza delle opzioni relative a LUKS. Nel caso in cui il comando non fosse presente, è sufficente installarlo con: 

 <pre> 
 apt-get install cryptsetup cryptsetup. 
 </pre> 

 A questo punto è possibile iniziare il lavoro di preparazione del dispositivo, nel nostro esempio prenderemo il in questo caso una chiavetta USB da 128MB, rilevata dal sistema come @/dev/sda@. 

 La prima cosa da fare è verificare l'affidabilità del dispositivo ed, al tempo stesso, riempire tutto lo spazio disponibile con dei dati casuali rendendo di fatto molto più difficoltosi degli eventuali tentativi di attacco e compromissione del filesystem cifrato che verrà creato in seguito. 
 Prima di iniziare, va tenuto presente il fatto che a seconda della dimensione del disco, questo processo può richiedere molte ore, quindi se dovete lanciarlo su di un disco molto grande, vi conviene farlo prima di andare a dormire. 

 <pre> 
 badblocks -c 10240 -s -w -t random -v /dev/sda 
 </pre> 

 Se siete particolarmente paranoici potete utilizzare @/dev/urandom@ come sorgente di dati casuali e riempirci il disco. La casualità dei dati sarà migliore rispetto a quella del metodo precedente, ma l'operazione farà un uso intensivo della CPU e richiederà ancora più tempo. molte ore. Il comando da eseguire è:  

 Il comando da eseguire è: 
 <pre> 
 dd if=/dev/urandom of=/dev/sda 
 </pre> 

 Successivamente va partizionato il disco. In questo caso l'obiettivo è di creare un'unica partizione che occupi tutto lo spazio disponibile e per farlo ci sono diverse alternative, sia da linea di comando come @fdisk@ o @cfdisk@ che grafiche come @gparted@ e @qtparted@. Si supponga comunque di aver 

 Verrà quindi creata una sola nuova partizione, riconosciuta dal sistema come @/dev/sda1@.  

 A questo punto è possibile cifrare la partizione con LUKS e poi "agganciarla" al _device-mapper_, in modo che ''dm-crypt'' dm-crypt possa presentarla in maniera "trasparente" al sistema. E' molto importante la Sottolineo l'importanza della scelta di una passphrase abbastanza lunga e complessa poiché l'utilizzo di una frase corta e/o facilmente indovinabile vanificherebbe l'utilizzo della crittografia. 

 I comandi da eseguire sono quindi: 

 <pre> 
 cryptsetup --verbose --verify-passphrase luksFormat /dev/sda1 
 cryptsetup luksOpen /dev/sda1 sda1 
 </pre> 

 Se tutto è andato a buon fine, l'esecuzione del comando @ls -l /dev/mapper/@ dovrebbe restituire il seguente output, confermando l'avvenuto "aggancio" della partizione criptata al device mapper:  

 <pre> 
 total 0 
 crw------- 1 root root 10, 63 Jul 16 01:34 control 
 brw-r----- 1 root root 253, 0 Jul 16 01:52 sda1 
 </pre> 

 Va quindi creato un filesystem sulla partizione criptata: 

 <pre> 
 mkfs.ext3 -j -m 1 /dev/mapper/sda1 
 </pre> 

 e sarà possibile montarlo con: 

 <pre> 
 mount /dev/mapper/sda1 /mnt 
 </pre> 

 mentre i comandi per smontare filesystem e partizione criptata sono: 

 <pre> 
 umount /mnt 
 cryptsetup luksClose /dev/mapper/sda1 
 </pre> 

 Le distribuzioni sufficentemente moderne usano ??hal??, ??d-bus?? e ??gnome-volume-manager?? (o l'equivalente per KDE) per la gestione dei volumi disponibili nel sistema: quando viene collegata al sistema la chiavetta USB contenente la partizione crittografata con LUKS, questa viene riconosciuta e compare una finestra che chiede di inserire la passphrase. 
 Se la passphrase inserita è corretta, la partizione viene montata e sarà possibile utilizzarla normalmente da tutte le applicazioni. 

 Una delle funzionalità più interessanti di LUKS, che lo rende preferibile rispetto all'uso diretto di ''dm-crypt'' come illustrato in UsbKeyInstallation è che il sistema consente l'uso di più password (fino ad un massimo di 8) che possono essere aggiunte o rimosse (posto che almeno una resti presente per poter accedere al dispositivo). Il caso più comune è quello in cui si vuole aggiungere una nuova password o cambiare quella esistente, che si realizza    comunque per con una aggiunta seguita da una rimozione. 

 Il comando che consente di aggiungere una passphrase è il seguente: 

 <pre> 
 cryptsetup luksAddKey /dev/sda1 
 </pre> 

 verrà chiesta una delle passphrase presenti (all'inizio ce ne è una sola, quella impostata in fase di creazione, cui viene sempre assegnato l'indice 0) per sbloccare l'accesso e poi l'immissione due volte della nuova passwphrase. La passphrase sarà inserita nel primo degli slot disponibili (nel caso dell'esempio, se aggiunta dopo la creazione, questo sarà quello con indice 1) e potrà essere utilizzata in maniera equivalente a tutte quelle presenti. Se lo scopo non era quello di aggiungere una passhprase, ma quello di cambiare la precedente, si potrà a questo punto passare alla rimozione di quella non voluta, cancellando il relativo slot. 

 Per individuare lo slot si può usare il comando @cryptsetup luksDump@, ottenendo un risultato del tipo: 
 <pre> 
 cryptsetup luksDump /dev/sda1 
 LUKS header information for /dev/sda1 

 ... 

 Key Slot 0: ENABLED 
         Iterations:               182965 
         Salt:                     50 6d 67 70 63 33 19 c6 41 e7 c1 55 b6 02 49 89  
                                 54 79 7b 56 4e b6 78 92 c8 f8 66 e8 bb e6 a8 f1  
         Key material offset:      8 
         AF stripes:               4000 
 Key Slot 1: ENABLED 
         Iterations:               144406 
         Salt:                     56 35 b1 33 8d c9 0e b8 ba 10 a0 1c 4f 16 2b 8c  
                                 d3 ec fe c8 5f 7f 23 74 79 ab 5d 96 ec 4c 4c 4a  
         Key material offset:      264 
         AF stripes:               4000 
 Key Slot 2: DISABLED 
 Key Slot 3: DISABLED 
 Key Slot 4: DISABLED 
 Key Slot 5: DISABLED 
 Key Slot 6: DISABLED 
 Key Slot 7: DISABLED 
 </pre> 

 e a questo punto la rimozione della passhprase indesiderata sarà effettuata con: 
 <pre> 
 cryptsetup luksKillSlot /dev/sda1 0 
 </pre>