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Versione 16 (Elena Grandi, 20-01-2017 10:52) → Versione 17/47 (Simone Piccardi, 06-02-2017 15:30)
h1. Usare Let's Encrypt
{{>toc}}
h2. Installazione
h3. da pacchetti
Per l'uso della nuova Certification Authority libera e gratuita promossa da EFF, Mozilla e molti altri, il meccanismo più semplice è quello di installare i pacchetti della distribuzione, disponibili in Debian a partire da jessie-backports e stretch.
Se necessario abilitare @jessie-backports@ in @sources.list@, quindi
<pre>
apt-get install python-certbot-apache -t jessie-backports
</pre>
h3. dal repository ufficiale
In alternativa, per distribuzioni più vecchie è necessario usare la versione nel repository ufficiale:
<pre>
git clone https://github.com/certbot/certbot
</pre>
per verificarne il funzionamento occorrerà porsi nella directory in cui lo si è installato e per fargli installare i pacchetti mancanti eseguire (da root):
<pre>
cd certbot
./certbot-auto --help
</pre>
il programma inoltre si autoaggiornerà ad ogni esecuzione, e se lanciato senza argomenti cercherà di eseguire una installazione automatica, la verifica della richiesta per poter emettere i certificati ed infine anche la configurazione del web server per usare i certificati ottenuti, fornendo indicazioni qualora tutto ciò non sia possibile.
Le modalità di utilizzo dipendono infatti dalla disponibilità o meno di alcuni pacchetti nella propria distribuzione, ad esempio con Debian Wheezy non si può utilizzare l'autoconfigurazione automatica di Apache, mancando sufficiente supporto. Tratteremo comunque soltanto la modalità di configurazione non automatica, coprendo con questo anche la configurazione di altri servizi che non siano i server web, come la posta elettronica o la messaggistica.
h3. note storiche: @letsencrypt-auto@
Le vecchie versioni avevano come nome @letsencrypt@ anziché @certbot@; il funzionamento è lo stesso, usando il comando @letsencrypt-auto@ anziché @certbot-auto@
h2. La generazione dei certificati
h3. Creazione del primo certificato
In generale, quando non è possibile o non si vuole utilizzare la configurazione automatica dei servizi, e si deve ricorrere all'uso del comando @certonly@, come indicato anche dal programma stesso se l'automatismo è impossibile:
<pre>
root@holland:~/certbot# ./certbot-auto
Checking for new version...
Requesting root privileges to run letsencrypt...
/root/.local/share/letsencrypt/bin/letsencrypt
No installers seem to be present and working on your system; fix that or try running letsencrypt with the "certonly" command
</pre>
L'uso del sottocomando @certonly@ consente soltanto di ottenere i certificati, la configurazione dei servizi dovrà essere eseguita manualmente. Per emettere un certificato Let's Encrypt deve effettuare la validazione del dominio per cui questo viene richiesto, cosa che viene effettuata con una richiesta via web al dominio stesso, e l'uso di un meccanismo di challenge and response basato sulla possibilità di scaricare un file dal quel dominio.
Questa procedura può essere realizzata direttamente dal programma se si usa dopo il comando @certonly@ l'opzione @--standalone@, che si incarica di far partire un servizio web sulla porta 80 o 443, ma in tal caso occorre fermare apache (o altro webserver) se attivi sul dominio.
Si può evitare tutto questo utilizzando l'opzione @--webroot@ se si dispone dell'accesso alla "_document root"_ del sito per cui si vuole ottenere il certificato, in tal caso infatti il programma crea i file necessari alla validazione sotto la directory @/.well-known/acme-challenge@, che però deve poter essere servita (occorre pertanto verificare che la configurazione del server web mantenga accessibile questa directory, per @nginx@ è in genere necessaria un configurazione ad hoc, ci torneremo più avanti).
La directory della "_document root"_ deve essere indicata con l'opzione @-w@, mentre il dominio (o i domini se sono più di uno, nel qual caso saranno aggiunti allo stesso certificato come nomi alternativi) devono essere richiesti con l'opzione @-d@. Se si hanno diversi siti con diverse "_document root"_ in teoria si potrebbe eseguire l'operazione in un solo passo usando prima l'opzione @-w@ per indicarle e poi l'opzione @-d@ per indicare il dominio, quest'ultima infatti assume si stia usando come "_document root"_ la directory indicata con l'ultima occorrenza precedente di @-w@, ma tutte devono essere egualmente accessibili, o si ripetere l'operazione per ciascun dominio, generando certificati separati, oppure si può usare la stessa "_document root"_ per tutti i domini (usando le configurazioni descritte in seguito per consentire ad essa l'accesso via web per ciascuno di essi). Un esempio di invocazione del comando è il seguente:
<pre>
# ./certbot-auto certonly --webroot -w /var/www/letsencrypt/ -d mail.truelite.it
[...]
IMPORTANT NOTES:
- Congratulations! Your certificate and chain have been saved at
/etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/fullchain.pem. Your cert will
expire on 2016-07-07. To obtain a new version of the certificate in
the future, simply run Let's Encrypt again.
- If you lose your account credentials, you can recover through
e-mails sent to xxx@truelite.it.
- Your account credentials have been saved in your Let's Encrypt
configuration directory at /etc/letsencrypt. You should make a
secure backup of this folder now. This configuration directory will
also contain certificates and private keys obtained by Let's
Encrypt so making regular backups of this folder is ideal.
- If you like Let's Encrypt, please consider supporting our work by:
Donating to ISRG / Let's Encrypt: https://letsencrypt.org/donate
Donating to EFF: https://eff.org/donate-le
</pre>
Se un certificato deve essere valido per numerosi domini, si possono salvare in un file, nell'esempio @valid_hosts.txt@ (un dominio per riga) ed usare il comando:
<pre>
# ./certbot-auto certonly --webroot -w /var/www/letsencrypt/ -d $(xargs < valid_hosts.txt | sed 's/ /,/g')
</pre>
La prima volta verrà richiesta una email di contatto (per comunicazione e recupero delle chiavi) e poi generato un certificato. La prima volta che si esegue il comando su una macchina oltre ad indicare la email di contatto si dovranno anche accettare le condizioni di Let's Encrypt. I certificati rilasciati durano tre mesi, e vengono installati sotto @/etc/letsencrypt/live@ in una directory corrispondente al nome a dominio indicato (nel caso @mail.truelite.it/@).
h3. Aggiunta di nuovi certificati
Ogni invocazione successiva si limiterà a creare i certificati richiesti con qualcosa del tipo:
<pre>
# ./certbot-auto certonly --webroot -w /var/www/letsencrypt/ -d bd2.truelite.it
Checking for new version...
Requesting root privileges to run letsencrypt...
/root/.local/share/letsencrypt/bin/letsencrypt certonly --webroot -w /var/www/letsencrypt/ -d bd2.truelite.it
IMPORTANT NOTES:
- Congratulations! Your certificate and chain have been saved at
/etc/letsencrypt/live/bd2.truelite.it/fullchain.pem. Your cert will
expire on 2016-07-07. To obtain a new version of the certificate in
the future, simply run Let's Encrypt again.
- If you like Let's Encrypt, please consider supporting our work by:
Donating to ISRG / Let's Encrypt: https://letsencrypt.org/donate
Donating to EFF: https://eff.org/donate-le
</pre>
Con lo script @listlecert.sh@ si può stampare un elenco dei certificati creati, e dei domini da essi coperti.
h2. Configurazioni per consentire la validazione
Come accennato per effettuare la validazione del dominio con la modalità @--webroot@ è necessario che siano raggiungibili i contenuti corrispondenti alla URL:
<pre>
http://mio.dominio.it/.well-known/acme-challenge/xxx
</pre>
cosa che può dipendere dalla configurazione del proprio webserver.
h3. Nginx
Nel caso di Nginx la modalità suggerita per consentire questa configurazione è creare un frammento di configurazione (nel caso @/etc/nginx/snippets/letsencrypt-acme-challenge.conf@) contenente le direttive necessarie per consentire l'accesso:
<pre>
location ^~ /.well-known/acme-challenge/ {
default_type "text/plain";
root /var/www/letsencrypt;
}
location = /.well-known/acme-challenge/ {
return 404;
}
</pre>
queste istruzioni consentono di eseguire la validazione indicando come @webroot@ la directory @/var/www/letsencrypt@, posto che il frammento di cui sopra sia stato incluso come prima direttiva nelle configurazioni dei virtual host coinvolti (basta anche inserirlo solo nelle direttive in chiaro), ad esempio con qualcosa del tipo:
<pre>
server {
listen 80;
root /var/www/html;
server_name bd.truelite.it;
include /etc/nginx/snippets/letsencrypt-acme-challenge.conf;
location / {
rewrite ^/(.*)$ https://bd.truelite.it/$1 permanent;
}
}
</pre>
h3. Apache
una analoga configurazione per Apache si può effettuare inserendo in @/etc/apache2/conf.d@ (o con Jessie in @/etc/apache2/conf-available/@ per poi abilitarlo con @a2enconf@) il seguente frammento di configurazione:
<pre>
Alias /.well-known/acme-challenge/ /var/www/letsencrypt/.well-known/acme-challenge/
<Directory "/var/www/letsencrypt/.well-known/acme-challenge/">
Options None
AllowOverride None
ForceType text/plain
# avoid access to anything not resembling a challenge
RedirectMatch 404 "^(?!/\.well-known/acme-challenge/[\w-]{43}$)"
</Directory>
</pre>
Si tenga presente però che quando si usa Apache come reverse proxy occorrerà anche inserire una opportuna eccezione alle regole di proxy per la suddetta URL, in sostanza si dovrà aggiungere alla configurazione del virtual host una riga:
<pre>
ProxyPass /.well-known/acme-challenge !
</pre>
Infine, quando si forza la redirezione su SSL delle connessioni in chiaro, occorre evitare che questo avvenga anche per le richieste di Let's Encrypt, pertanto occorrerà sostituire una eventuale direttiva di redirezione generica come la seguente:
<pre>
VirtualHost *:80>
ServerName ci.truelite.it
Redirect permanent / https://ci.truelite.it/
</VirtualHost>
</pre>
con una più specifica che escluda la redirezione per la URL utilizzata da Let's Encrypt:
<pre>
VirtualHost *:80>
ServerName ci.truelite.it
RedirectMatch 301 ^/((?!.well-known\/acme-challenge).*)$ https://ci.truelite.it/$1
</VirtualHost>
</pre>
h2. Esempi di configurazione dei servizi
Una volta completata la validazione del proprio dominio, nella directory di installazione dei certificati (@/etc/letsencrypt/live/mio.dominio.it@) vengono sempre creati i file:
| *file* | *contenuto* |
|cert.pem | cerficato |
|chain.pem | catena dalla CA |
|fullchain.pem | catena + certificato|
|privkey.pem | chiave privata |
Dove @chain.pem@ è il certificato intermedio (o la catena di certificati intermedi) che validano @cert.pem@ che è il certificato del proprio dominio, mentre @fullchain.pem@ è l'insieme completo del certificato e della catena. Infine la chiave privata è in @privkey.pem@.
In qualunque configurazione occorre sempre fare riferimento a questi file, che sono link simbolici, in quanto @letsencrypt@ aggiornerà automaticamente gli stessi con la procedura di rinnovo automatico che vedremo più avanti.
h3. Apache
I file @cert.pem@ e @chain.pem@ sono quelli che si usano nella configurazione di Apache, che li vuole separati, ad esempio con quelli ottenuti in precedenza la configurazione utilizzata è:
<pre>
SSLCertificateFile /etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/cert.pem
SSLCertificateChainFile /etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/chain.pem
SSLCertificateKeyFile /etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/privkey.pem
</pre>
h3. Postfix
Invece @fullchain.pem@ è l'insieme del certificato e di tutta la sua catena di firma, che viene richiesto da Postfix, Dovecot e Nginx. Per Postfix occorrerà farvi riferimento in @/etc/postfix/main.cf@ con le direttive:
<pre>
smtpd_tls_cert_file=/etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/fullchain.pem
smtpd_tls_key_file=/etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/privkey.pem
</pre>
h3. Dovecot
mentre per Dovecot di dovanno utilizzare in @/etc/dovecot/conf.d/90-user.conf@ le direttive:
<pre>
ssl_cert = </etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/fullchain.pem
ssl_key = </etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/privkey.pem
</pre>
h3. Nginx
ed infine per Nginx si dovrà inserire nella configurazione del proprio virtual host qualcosa del tipo:
<pre>
server {
listen 443 ssl;
server_name bd.truelite.it;
root /var/www/html;
ssl_certificate /etc/letsencrypt/live/bd.truelite.it/fullchain.pem;
ssl_certificate_key /etc/letsencrypt/live/bd.truelite.it/privkey.pem;
...
</pre>
h3. ejabberd
Infine per configurare ejabberd (server jabber) occorre generare dai file di Let's Encrypt un unico file contenente in testa la chiave privata (il programma non consente di specificarli separatamente), se pertanto @/etc/ejabberd/ejabberd.pem@ è il file usato dal programma, occorrerà rigenerarlo ogni volta che si generano o rinnovano i certificati con:
<pre>
cat /etc/letsencrypt/live/jabber.truelite.it/privkey.pem \
/etc/letsencrypt/live/jabber.truelite.it/fullchain.pem > ejabberd.pem
</pre>
In tutti i casi deve essere effettuato un riavvio completo dei servizi.
h2. Il rinnovo dei certificati
La scadenza dei certificati emessi da Let's Encrypt è di tre mesi, ma una volta ottenuti questi possono essere facilmente rinnovati utilizzando il sottocomando @renew@, in particolare se si esegue il comando dopo averli ottenuti si otterrà qualcosa del tipo:
<pre>
# ./letsencrypt-auto renew
Checking for new version...
Requesting root privileges to run letsencrypt...
/root/.local/share/letsencrypt/bin/letsencrypt renew
-------------------------------------------------------------------------------
Processing /etc/letsencrypt/renewal/mail.truelite.it.conf
-------------------------------------------------------------------------------
The following certs are not due for renewal yet:
/etc/letsencrypt/live/mail.truelite.it/fullchain.pem (skipped)
No renewals were attempted.
</pre>
la cosa si può automatizzare inserendo banalmente nel cron il comando, ad esempio creando il file @/etc/cron.d/letencrypt@ con il contenuto:
<pre>
00 23 * * 6 root /root/letsencrypt/letsencrypt-auto renew
</pre>
oppure usare lo script @le-renew@ allegato (da adattare alle proprie esigenze), da inserire in @/etc/cron.weekly@.