La gestione delle chiavi SSH » Cronologia » Versione 5
Versione 4 (Simone Piccardi, 18-07-2024 14:10) → Versione 5/7 (Simone Piccardi, 03-09-2024 14:56)
h1. La gestione delle chiavi SSH L'utilizzo di una connessione cifrata con il protocollo SSH (Secure SHell) è ormai una necessità imprescindibile un passo obbligato per poter effettuare in sicurezza la gestione remota di ottenere un accesso da remoto ai server tramite la riga di comando. che si intendono gestire. Nel caso di Linux questa funzionalità questo viene universalmente fornita fornito dal progetto OpenSSH, che fornisce sia la parte server (il servizio da installare sul server, che consente di collegarsi allo stesso) collegarsi) che la parte client col comando @ssh@ da eseguire sulla propria workstation. Il protocollo può essere usato, per la parte client, anche nel @ssh@. Nel mondo Windows dove è però è più comune utilizzare come client un programma grafico, Putty. Benché sia il servizio SSH renda sempre possibile accedere usando usare la normale autenticazione con (con username e password, password) è fondamentale per la sicurezza utilizzare il supporto fornito dal progetto per l'autenticazione a chiavi, che sulle chiavi (che su distribuzioni recenti è anche l'unico che viene attivato nell'installazione di default è utilizzabile per dare avere un accesso amministrativo con l'utente root. root). Vedremo in questo articolo come effettuare una serie di operazioni relative alla gestione ed all'uso delle chiavi con OpenSSH. h2. Creazione di una coppia di chiavi Il primo passo per l'utilizzo di questo meccanismo di autenticazione è la creazione di una coppia di chiavi personale: una chiave privata, che è quella che ci permetterà di identificarci distribuendo a destinazione la corrispondente chiave pubblica. Questa operazione viene eseguita, come la gran parte delle operazioni relative alla gestione delle chiavi, dal comando @ssh-keygen@, da invocare sulla propria workstation senza nessun argomento: <pre> root@bookworm:~# ssh-keygen Generating public/private rsa key pair. Enter file in which to save the key (/root/.ssh/id_rsa): Enter passphrase (empty for no passphrase): Enter same passphrase again: Your identification has been saved in /root/.ssh/id_rsa Your public key has been saved in /root/.ssh/id_rsa.pub The key fingerprint is: SHA256:AlZFxA+olPPKhpz9KwdvRwIwDMpgNJFo7Im2IQCCVjI root@bookworm The key's randomart image is: +---[RSA 3072]----+ |@E+. ..*+ | |X=B +.. o | |B..+o+ o | |o= .o.. . | |o.o= o. S | | .+ * ... | | . + o | | . = . | | +.o | +----[SHA256]-----+ </pre> in questo caso anzitutto ci viene chiesto di indicare su quale file salvare la chiave privata (quella pubblica sarà sempre salvata in un secondo file con lo stesso nome ed un ulteriore suffisso @.pub@). Il default è usare il file @.ssh/id_rsa@ nella home dell'utente che esegue il comando. Viene chiesto poi l'inserimento di una passphrase (un modo per enfatizzare la necessità di usare qualcosa di più robusto della classica password elementare), da ripetere due volte per conferma. Si può creare una chiave senza password premendo due volte invio. Viene poi stampata una immagine in ascii-art che illustra visivamente il contenuto della chiave, indicandone anche gli algoritmi crittografici usati e le dimensioni. Il default è usare l'algoritmo RSA, ma con l'opzione @-t@ si può indicare di usarne uno delle altre due possibili alternative, @ecdsa@ e @ed25519@ (ma in genere non ci sono motivi specifici per cambiarlo). Come accennato si troveranno la chiave pubblica e la chiave privata rispettivamente nei file @.ssh/id_rsa@ e @.ssh/d_rsa.pub@. h2. Installare una chiave pubblica per l'accesso remoto Per poter accedere ad un server remoto usando l'autenticazione a chiavi occorre che la propria chiave pubblica venga inserita sullo stesso fra quelle autorizzate. Pertanto quello che dovrà essere fatto dal lato client è solo quello di mettere a disposizione per l'installazione sul server la propria chiave pubblica, vale a dire il file @.ssh/d_rsa.pub@. Per fornire un accesso SSH con autenticazione a chiavi OpenSSH richiede che la stessa sia inserita fra quelle installate nel file @.ssh/authorized_keys@ nella home dell'utente su cui ci si vuole collegare. Pertanto, assumendo che si stata resa disponibile la suddetta chiave pubblica a destinazione nel file @nuovachiave.pub@ (assumiamo che sia stata caricata da chi ne ha la possibilità, in genere l'amministratore del server) questa potrà essere aggiunta a quelle autorizzate semplicemente eseguendo: <pre> cat nuovachiave.pub >> ~/.ssh/authorized_keys </pre> che la aggiunge in coda (sono sempre una per riga) a quelle eventualmente già presenti. Si tenga presente che questo comando deve essere eseguito in genere dall'utente a cui sui vuole dare accesso, che è l'unico che deve poter scrivere sul file, se lo si fa eseguire ad esempio a root per scrivere nella home di un altro utente occorrerà sincerarsi che il file sia preesistente perché altrimenti verrà creato da root, e non appartenendo più all'utente ed al suo gruppo, OpenSSH non consentirà più nessun accesso. Una volta completata questa installazione, ci si potrà collegare alla macchina dal client invocando @ssh utente@server.remoto.it@ ma al posto della password dell'utente remoto a chi si collega verrà chiesta la passphrase della propria chiave privata (e se usa un agent SSH solo la prima volta che la utilizza). Si noti come in questo caso chi si collega non deve sapere la password dell'utente remoto e l'amministratore del server remoto può revocare l'accesso semplicemente rimuovendo la chiave pubblica, senza necessità di cambiare una password che non è neanche necessario sia presente. h2. Cambiare la passphrase di una chiave privata Per cambiare la passphrase della propria proprio chiave privata è sufficiente usare il comando @ssh-keygen -p@, questo chiederà prima di indicare in quale file questa è contenuta indicando il default, che è @~/.ssh/id_rsa@. Questo verrà accettato se si preme invio (se no invio, se ne può indicare un altro uno con @ssh-keygen -p -f /path/to/file@) e poi chiederà la vecchia passphrase e la nuova due volte, riscrivendo il file con la chiave privata cifrata dalla nuova passphrase. volte. Dato che quanto è necessario per l'autenticazione presso i server remoti è solo il contenuto della chiave privata, non sarà necessario effettuare nessuna operazione sugli stessi, dato che questo non cambia, cambiano soltanto le modalità in cui la si rende accessibile al comando @ssh@, che dovrà essere fatto con la nuova passphrase. h2. Convertire una chiave pubblica di Putty per OpenSSH Le chiavi SSH generate da Putty un formato in stile PEM, e sono della forma: <pre> ---- BEGIN SSH2 PUBLIC KEY ---- Comment: "rsa-key-20240709" AAAAB3NzaC1yc2EAAAADAQABAAABAQCa8ajLS0A7xNSLCp/VuB+kXRbKomuqd2dX ... BWiQN9v1n21YSaC+NCuCXO/7POJrGhfWe/ppL/jPKXTGKl0x5aEN ---- END SSH2 PUBLIC KEY ---- </pre> queste possono essere convertite nel formato usato da OpenSSH con il comando: <pre> ssh-keygen -i -f putty_pub.key > openssh_key.pub </pre>